La viralità e i suoi vantaggi
I principali effetti positivi che un contenuto virale può portare alla tua azienda sono principalmente tre:
- Aumento della autorevolezza;
- Minimo costo massima resa;
- Notevole sviluppo della crescita della tua attività.
I contenuti virali sono però un’arma a doppio taglio, infatti, possono sì, donarti molta visibilità ma non sempre questa può risultare positiva, infatti a seconda della natura del contenuto che hai postato gli utenti si creeranno una visione della tua azienda, che può essere positiva, ma anche negativa e danneggiare in maniera irreversibile la tua impresa, quindi è necessario, sempre prestare attenzione.
La formula dei contenuti virali
Esiste una combinazione di due macro-fattori da tener di conto quando si vuol realizzare un contenuto virale e cioè:
- La sezione dei fattori oggettivi, cioè quegli elementi che puoi effettivamente misurare;
- La sezione dei fattori soggettivi, cioè quelli che non sono controllabili.
Perciò per sviluppare un contenuto che risulti virale è necessario che si sommino queste due dimensioni, quella oggettiva e quella soggettiva.
Quali sono gli elementi oggettivi?
Gli elementi oggettivi dei contenuti della tua attività sono in tutto sei, e sono estremamente controllabili e processati da te, dato che fanno parte dell’esoscheletro del contenuto e dal suo sviluppo, e sono:
- La lunghezza – I contenuti che hanno una maggiore visibilità sono quelli composti da 1000 / 2000 parole, i quali, secondo alcune ricerche, hanno un tasso di condivisione del 56.1% in più rispetto agli altri;
- Il formato – Online si possono trovare vari tipi di articoli standard, infatti abbiamo: gli articoli chiamati “why”, che approfondiscono il perché di un determinato concetto/oggetto; gli articoli “what”, che invece parlano di qualcosa di specifico; gli articoli “how to” che insegnano come far per realizzare un qualcosa; e le liste, o guide, composte da punti che ti spiegano step by step come sviluppare qualcosa. Il formato più condiviso e utilizzato è sicuramente quello della guida.
- Titolo – In teoria la norma di base indica che i titoli devono avere una lunghezza inferiore ai 71 caratteri, in pratica gli articoli aventi titoli molto lunghi sono quelli maggiormente condivisi. Secondo alcune ricerche, i post più ricondivisi sono quelli che possiedono un titolo di una lunghezza massima compresa tra gli 80 e 100 caratteri.
- Tempo – Un contenuto virale solitamente è real time, cioè, solitamente un contenuto viene ricondiviso maggiormente quando parla di un fatto avvenuto sul momento.
- Preambolo – L’immagine. L’immagine è il punto di forza del tuo contenuto, una bella immagine, di qualità e originale fa la maggior parte del lavoro. Un articolo privo di immagini è un articolo poco coinvolgente e accattivante e genera pochissimi backlink. Ad oggi le infografiche sono il formato più utilizzato, ma anche l’utilizzo di meme stuzzicanti può portare a una maggior apertura e condivisione dell’articolo. Anche il formato video comunque resta uno dei preferiti, in quanto riesce a coinvolgere in modo più efficace gli utenti online.
- Biografia – È necessario che il tuo contenuto sia firmato, infatti il fatto che si sappia chi ha realizzato un determinato contenuto sembra aumenti la fiducia e l’autorevolezza negli utenti. Questo elemento soprattutto nell’ambito del B2B, è molto importante, di norma gli esperti infatti sfruttano il proprio nome sui blog, assicurando così agli utenti che leggono l’attendibilità delle informazioni contenute.
Come abbiamo già citato sopra esistono anche degli elementi soggettivi che daranno al tuo contenuto la possibilità di diventare virale. Questi fattori, che sono impossibile da controllare, possono però essere in qualche maniera previsti, se si osserva la teoria del comportamento pianificato. Questa teoria si basa su tre pilastri principali: l’atteggiamento, la percezione del controllo e le norme soggettive. Per norme soggettive si intende tutte quelle azioni e procedimenti prevedibili che l’utente farà prima di condividere il tuo contenuto. Infatti, prima di sfruttare un tuo post o articolo, l’utente si chiederà la reazione che tale ricondivisione avrà sul suo network. Capire in anticipo una determinata reazione è piuttosto difficile, in quando ognuno ha convinzioni, idee, e interesse totalmente diverse. Quindi dovrai lavorare di immaginazione e pensare nello stesso modo di un utente, il quale ripubblicherà il tuo contenuto solo e soltanto se pensa che tale post aumenti la sua autorevolezza sul web. Con il termine atteggiamento, invece intendiamo le conseguenze alle quali pensa andrà incontro un utente se ricondivide un determinato post. Infatti, se lui crede che questo contenuto possa produrre un comportamento controverso, o negativo che danneggerà la sua immagine digitale, allora sicuramente non lo condividerà con la sua rete di conoscenze. Infine, la percezione del controllo, significa che nella realizzazione del tuo contenuto tu devi garantire all’utente se condividere o no il post/articolo, aiutandolo nell’azione.
Come mutare gli elementi soggettivi in elementi oggettivi?
Per trasformare i fattori soggettivi in fattori oggettivi è necessario tu crei empatia con gli utenti, nel senso stretto del termine, cioè è indispensabile tu entri letteralmente nella mente del lettore, e tu capisca realmente quali sono i suoi interessi, bisogni ed esigenze. Nel momento in cui riuscirai a capire cosa desidera il tuo pubblico, potrai realizzare contenuti di successo e condivisibile. Potresti ricorrere ad un’analisi delle buyer persona, cioè, capire nel profondo i propri utenti, i loro interessi e le loro caratteristiche, per riuscire a stabilire con una buona probabilità se un contenuto può effettivamente essere condivisibile o no. Sul web puoi trovare numerosi strumenti, che ti permetteranno di incrementare la tua visibilità, aumentando la condivisibilità dei tuoi contenuti.