1. Effettuare un Tracking del pixel impreciso
Il primo e più grave errore consiste nel non avere un Pixel ben configurato. È importante, invece, essere attenti ad ogni particolare prima di lanciare la propria campagna di advertising. È fondamentale associare il Pixel al catalogo di e-commerce; tracciare tutti gli eventi, anche quelli secondari, che servono a completare la fase di apprendimento; inserire form per la raccolta di informazioni pure nelle pagine lead. In caso di dubbi o di difficoltà, un aiuto può venire dalla sezione “Testa gli eventi” che si trova nell’area Pixel di Facebook Advertising.
2. Rendere eccessivamente difficile il set dell’advertising
Uno sbaglio abbastanza comune è quello di lanciarsi fin da subito in campagne di advertising particolarmente complesse: non c’è una reale necessità e soprattutto è una mossa molto rischiosa. Meglio, invece, pensare a qualcosa di semplice e solo dopo aver raccolto i primi dati apportare le modifiche per rendere via via più complesso il set dell’advertising. Solo in una seconda fase, infatti, è possibile ottimizzare i risultati fino a quel momento ottenuti e tarare il messaggio pubblicitario perfettamente in target rispetto al pubblico di competenza. Potrebbe sembrare a molti un eccesso di prudenza ma i risultati migliori con le campagne di Facebook Advertising sono quelli che si raccolgono in un lasso di tempo medio/lungo. Un approccio del genere, inoltre, permette di ricavare molti dati utili che saranno indispensabili anche per le pianificazioni di campagne successive, soprattutto quelle che hanno un basso budget a disposizione.
3. Non avere un approccio troppo data driven
Accade spesso che chi pubblica un annuncio su Facebook Advertising, nel tentativo di individuare gli adset più efficaci, li smonti minuziosamente, salvo poi prendere decisioni senza avere sotto mano i relativi dati. Un esempio può essere quello di un cliente che ha un e-commerce e può contare su tre adset diversi: i visitatori dell’ultima settimana, i carrelli del medesimo periodo e infine i checkout iniziati nello stesso lasso di tempo. Pensare di programmare una campagna di advertising senza avere questi elementi ben chiari è una follia perché è proprio questo tipo di dato ad indirizzare una campagna verso i messaggi più efficaci e i pubblici maggiormente recettivi. Prima di qualunque decisione, quindi, consultare sempre i dati a propria disposizione.
4. Sovrapporre le audience e non selezionare per ognuna il giusto messaggio
Quando si realizza una campagna di advertising online, indipendentemente dal canale utilizzato, non si può pensare di raggiungere il 100% del pubblico a disposizione. Molti utenti, infatti, non saranno interessati al servizio/prodotto offerto, altri invece potrebbero essere attirati solo da particolari aspetti dell’annuncio che leggono. Lo sbaglio più grande è realizzare un unico annuncio nella convinzione che vada bene per tutti. Sovrapporre i target di audience e non creare un testo personalizzato in base alle categorie differenti è un errore molto grave che rischia di non far ottenere nulla. Meglio, invece, puntare ad un pubblico più ristretto, non più di due o tre categorie, e creare un messaggio ad hoc per ognuna di esse che sia personalizzato e molto efficace.
5. Non aggiornare i post sui saldi o gli sconti
Esistono occasioni particolari nelle quali si organizzano promozioni specifiche come il Black Friday, il Cyber Monday, i saldi estivi o quelli invernali. Va benissimo creare degli annunci pubblicitari che attirino i clienti con la promessa di promozioni particolari limitate ad un determinato lasso di tempo ma bisogna ricordarsi di disattivare la promozione appena l’evento si esaurisce e non lasciare online annunci vecchi. Questa brutta abitudine, infatti, fa percepire al cliente l’immagine di un’azienda poco attenta e precisa nelle informazioni che rilascia oltre a far sprecare una parte di budget pubblicitario che invece potrebbe essere destinato a scopi più proficui. Occhio, quindi, a controllare sempre la veridicità delle inserzioni pubblicate e a cancellare quelle non più attive in tempo utile.
6. Allontanarsi eccessivamente dal brand
Un altro errore che troppo spesso commettono gli inserzionisti di Facebook Advertising è quello di creare degli annunci che siano troppo distanti da quelle che sono la mission e la vision aziendali. Colori differenti, assenza del logo, immagini sgranate e generiche sono tutte disattenzioni che vengono pagate molto care in termini di ROI. Non bisogna mai dimenticare che l’obiettivo principale è quello di conquistare il proprio target di riferimento quindi sicuramente occorre conoscere molto bene il potenziale pubblico. Deve esserci sempre estrema coerenza fra l’annuncio e lo stile aziendale. In caso contrario, infatti, si corre il rischio di destabilizzare i potenziali clienti e comunque si rende inefficace l’annuncio pubblicato.
7. Accanirsi incessantemente sulle conversioni
Una delle preoccupazioni maggiori di ogni azienda che investe il proprio budget pubblicitario su internet, nonché il fine ultimo di qualunque campagna di advertising, è la conversione. Questo non vuol dire, però, che l’obiettivo debba diventare un’ossessione e spingere a qualsiasi azione, anche al limite dello spam. Convertire gli utenti da semplici visitatori a reali acquirenti è molto importante ma non si deve correre il rischio di imboccare una strada pericolosa quale, ad esempio, inserire fake news oppure magnet finti che rischiano di distruggere la reputazione del brand e sminuire l’importanza dell’azienda.
8. Non rispettare le regole né i formati
Esistono delle regole ben precise per quanto riguarda le inserzioni pubblicitarie di Facebook e Instagram: i due social network hanno provveduto a chiarire le nuove direttive entrate in vigore ad agosto 2019 con una sorta di manuale d’uso che si può consultare online. Eppure a distanza di mesi sono ancora pochi quelli che realizzano annunci secondo le regole dettate da Facebook. Il consiglio ovviamente è quello di leggere con attenzione tutte le informazioni che Fb Advertising ha fornito in materia e realizzare degli annunci pubblicitari che le rispecchino fedelmente per avere più possibilità di essere visualizzati. Quindi scrivere testi abbastanza contenuti di massimo 125 caratteri, inserire immagini o video in formato quadrato, evitare di sovrapporre testo e immagine e, infine, ridurre la durata dei video sotto i 15 secondi per non annoiare gli utenti. In caso di dubbi si possono usare come esempi quelli contenuti nella galleria dei modelli di video che Facebook ha messo a disposizione degli inserzionisti.
9. Tralasciare la fase di apprendimento
Altro errore comune troppo spesso commesso è quello di tralasciare la fase di apprendimento. Facebook Advertising, infatti, ha una fase cosiddetta di apprendimento che punta all’auto-ottimizzazione. Occorre, però, consentire al social network di avere abbastanza dati a disposizione per riuscire a capire come migliorare la pubblicazione delle inserzioni. I dati minimi che occorrono sono 50 conversioni realizzate in sette giorni. Effettuare modifiche alle campagne o ai gruppi prima di aver raggiunto questa soglia vuol dire impedire a Facebook di completare la fase di apprendimento e di conseguenza auto-penalizzarsi perché non si consente al sistema di raggiungere il numero sufficiente di dati per apportare le modifiche più opportune.
10. Presenza di uno sfasamento fra budget ed adset
A tutti quelli che lavorano nell’advertising piace organizzare campagne di comunicazione faraoniche, con budget praticamente illimitati e una copertura capillare. Purtroppo, però, la realtà è sempre diversa ma spesso si commette l’errore di pensare una campagna advertising con le stesse strategie utilizzate nel caso di un budget più alto. Meglio, invece, semplificare il più possibile e concentrare i soldi a disposizione su pochi gruppi di utenti e con meno inserzioni. Facendo una segmentazione molto attenta sarà possibile individuare i gruppi di utenti davvero interessati e in questo modo sfruttare al massimo il budget che si ha a disposizione con un ROI sicuramente più interessate
11. Dirigersi verso pubblici troppo generici
Un errore da evitare ma purtroppo molto comune è quello di indirizzare il proprio budget di avertising verso pubblici troppo generici e non prendere in considerazione, invece, quelli potenzialmente interessati. Lo sbaglio più frequente, infatti, è quello di considerare solo i pubblici di remarketing che non sono stati correttamente e precedentemente segmentati: in questo modo è come sparare nel mucchio. Meglio evitare il target legato ad un remarketing troppo lungo e concentrare le proprie attenzioni su quegli utenti che hanno interagito con il brand attraverso social quali Facebook e Instagram.
2. Non essere informati sulle novità di Facebook Adertising
Uno degli errori più grandi che si possono commettere – e non ultimo per importanza in questa classifica – è quello di non testare tutte le novità che Facebook Advertising propone periodicamente. Ogni mese, infatti, c’è sempre qualche novità aggiunta da Fb che è importante conoscere sia per il proprio sito che per quello dei clienti. Un ottimo suggerimento in tal senso può essere quello di mettere da parte ogni anno un piccolo budget da investire in queste prove, per testare l’efficacia delle novità introdotte da Facebook ma soprattutto la loro utilità. Solo in questo modo, infatti, è possibile essere sempre competitivi e sfruttare tutto quello che la nuova tecnologia offre. Soprattutto nei confronti dei propri clienti, poi, non poter proporre le novità di Facebook Advertising equivale a tagliarsi fuori da una potenziale fetta di mercato, una mossa molto rischiosa in un mondo così altamente competitivo come quello delle agenzie web.
Fonte
https://it.semrush.com/blog/gli-errori-piu-comuni-fatti-dai-facebook-advertisers/